Compendio della qualità nella tecnica della costruzione

I locali vengono riscaldati anche in presenza di temperature esterne di 25 °C e oltre. Questo comporta un’eccessiva riduzione dei tempi di funzionamento delle pompe di calore, un’immissione aggiuntiva di calore nei locali e un maggiore consumo di energia.

Nonostante i sensori siano impostati tutti allo stesso modo, le temperature ambiente nelle singole stanze sono molto diverse.

Dalla messa in funzione, l’impianto di riscaldamento richiede frequenti rabbocchi. Talvolta si notano forti perdite di fluido termovettore dalla valvola di sicurezza.

Durante il funzionamento, la pompa di calore a CO2 va ripetutamente in blocco; il COP è perlopiù a 1.0.
Inoltre, i campioni d’acqua raccolti nei punti di prelievo delle docce indicano una presenza di legionella.

Dopo 14 anni di funzionamento, nell’acqua calda si notano residui di plastica. Si tratta di particelle di dimensioni talvolta molto ridotte, che pertanto non vengono trattenute dai filtri degli aeratori (Neopel). Alcuni giorni dopo non si notavano più questi residui.

Al momento del collaudo dell’impianto di ventilazione si riscontra un’esecuzione non corretta della sezione tagliafuoco.

In due giorni, il livello dell’acqua è sceso drasticamente. Nel comune sono state subito avviate verifiche per individuare possibili perdite o punti di elevato consumo nella rete di distribuzione.

Fin da subito si riscontrano spesso forti oscillazioni della temperatura dell’acqua calda. Questo succede sia quando l’acqua viene prelevata da un unico punto, sia quando viene prelevata da diversi punti. Il fenomeno si presenta solo la mattina e la sera.

Il piano interrato si allaga frequentemente, soprattutto quando vengono usati contemporaneamente più apparecchi sanitari. Quando l’acqua defluisce, emergono residui di materia fecale.

Su richiesta dell’inquilino, è stata modificata la struttura grezza per aggiungere un cucinino.

Durante i lavori, la condotta dell’acqua potabile a soffitto è stata disposta vicino alle colonne montanti dei sistemi RVCS per arrivare al sottodistributore del cucinino (fig. 1.1).

Questa condotta interferisce con il percorso previsto dei canali di ventilazione orizzontali, che per ragioni di spazio devono essere installati in verticale (fig. 1.2).